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Chirurgia mininvasiva, ecco perché ci credo

A cura di:
Coordinatore nazionale della Cardiochirurgia di GVM Care & Research. Cardiochirurgo Specializzato nel trattamento Cardiochirurgico Mininvasivo e Nanoinvasivo della valvola mitrale.
Chirurgia mininvasiva, ecco perché ci credo

Vi siete mai fermati a pensare come sarebbe oggi il mondo se nel 2000 ci fossimo opposti all’avvento di internet o se, ancora prima, avessimo ritenuto inutile il personal computer? Come sarebbero cambiate le nostre vite se non avessimo accettato la presenza di TAC e Risonanze magnetiche? O cosa ne sarebbe stato della vita di migliaia di persone se da quel 3 dicembre 1967 non avessimo creduto nel trapianto di cuore?

Allo stesso modo, oggi, è necessario chiederci cosa ne sarebbe del nostro futuro se dovessimo mostrarci scettici nei confronti della chirurgia mininvasiva.

Il progresso non va fermato, va incentivato. Soprattutto quando questo si mette al nostro servizio, quando ha come unico obiettivo il miglioramento della qualità della vita dei pazienti.

Per questo anche i cardiochirurghi non possono e non devono opporsi all’innovazione che prepotente chiede di entrare nelle sale operatorie, di fare la propria parte per aiutare il paziente ad intraprendere, più velocemente, la strada della guarigione.

Ecco perché ritengo essenziale che le equipe di Cardiochirurgia delle strutture sanitarie del gruppo GVM Care & Research debbano concentrare tutti i loro sforzi nel sollevare il più possibile il paziente dal peso di un intervento chirurgico. 

Immaginare di poter continuare ad intervenire sulla valvola mitrale o aortica, di applicare un bypass o di ripristinare il normale ritmo della frequenza cardiaca con le tecniche tradizionali è impensabile. Aprire il torace, oggi, deve essere la scelta ultima di un cardiochirurgo, non più la prima.

Un’incisione di pochi centimetri è tutto ciò che serve per poter curarevalvulopatie e aritmie.

Intervenire sul cuore senza aprire il torace significa preservare l’integrità dello sterno e quindi ridurre notevolmente il dolore post operatorio. Ricorrere alle procedure mininvasive vuole dire, inoltre, evitare la circolazione extracorporea con una conseguente riduzione dei rischi ad essa connessa.

Il paziente, sottoposto ad un intervento effettuato con le procedure più moderne, potrà essere dimesso dopo pochi giorni, riprendendo più velocemente la sua quotidianità.

La chirurgia mininvasiva consente di operare pazienti che altrimenti non potrebbero mai sopportare il peso di un intervento al cuore ma non è alla portata di tutti. Richiede, infatti, grande competenza e preparazione da parte del cardiochirurgo e dell’intera equipe.

Per comprendere al meglio l’importanza di queste procedure, basta considerare che in alcuni casi è stato addirittura possibile evitare il trapianto di cuore.

Negli Ospedali GVM, e nello specifico ad Anthea Hospital di Bari, la chirurgia mininvasiva è la prima scelta. Per tornare al passato, oggi, bisogna avere degli ottimi motivi.

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