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La cardiochirurgia mininvasiva ha più effetti benefici sui pazienti anziani

A cura di:
Coordinatore nazionale della Cardiochirurgia di GVM Care & Research. Cardiochirurgo Specializzato nel trattamento Cardiochirurgico Mininvasivo e Nanoinvasivo della valvola mitrale.
La cardiochirurgia mininvasiva ha più effetti benefici sui pazienti anziani

La Cardiochirurgia mininvasiva - le cui procedure prevendono incisioni di pochi centimetri nello sterno o nel torace - presenta indubbi vantaggi sia per quel che riguarda l’impatto sulle condizioni generali del paziente, specie se in età avanzata ed in presenza di altre patologie che precludono o sconsigliano l’approccio chirurgico tradizionale; sia dal punto di vista del recupero psico-funzionale che sotto il profilo del risultato clinico complessivo.
Operare il cuore con un piccolo taglio ha quindi maggiori benefici per i pazienti anziani piuttosto che per i giovani. A chiarirlo per la prima volta da un punto di vista scientifico è una ricerca sulla fattibilità e validità della chirurgia mitralica mininvasiva.
Tra gli autori dello studio c’è il Dottor Giuseppe Speziale, responsabile della Cardiochirurgia e della Chirurgia vascolare presso Anthea Hospital di Bari e vice presidente di GVM Care & Research.

La riduzione del trauma chirurgico oltre a favorire una più rapida guarigione delle ferite, abbassa drasticamente la possibilità d’infezioni e comporta una minor compromissione della meccanica respiratoria. A ciò si aggiungono  un ridotto sanguinamento intraoperatorio - con diminuito ricorso alle trasfusioni - e un sicuro beneficio estetico nel trattamento delle cicatrici post-intervento.
 “A differenza del passato in cui l’approccio mininvasivo veniva riservato a pazienti giovani, specialmente a giovani donne, in quanto si pensava potesse avere esclusivamente vantaggi estetici – spiega il Dottor Speziale - ora ci si è accorti che minore è il taglio chirurgico, quindi l’invasività chirurgica, maggiori sono i benefici per il paziente in termini di riduzione della complicanze post-operatorie (ridotto sanguinamento, diminuita incidenza di aritmie, minor degenza media, ecc.). Ed è negli ultimi anni che, in centri specialistici, questo specifico approccio si sta offrendo con buoni risultati a pazienti anziani”.

La conferma scientifica della validità della mininvasiva nei soggetti a rischio chirurgico è dunque arrivata solo di recente. “Dopo la pubblicazione di questo studio – conclude il dott. Speziale – i centri di eccellenza dovrebbero sempre di più offrire chirurgia mininvasiva mitralica nei pazienti anziani per migliorane quello che in lingua inglese viene definito ‘outcome’, ossia il risultato”.

La cardiochirurgia mininvasiva trova pertanto specifica indicazione nella risoluzione delle problematiche cardiache dell’adulto (congenite o acquisite) seppur subordinata all’attenta valutazione diagnostica fornita in fase pre-operatoria. Nelle condizioni d’insufficienza mitralica degenerativa, i plus della riparazione rispetto alla sostituzione coincidono con un miglioramento della sopravvivenza e una mortalità perioperatoria (il periodo che intercorre dall’ospedalizzazione alle dimissioni del paziente) più bassa. Il grado di fattibilità dell’intervento riparativo è molto elevato essendo eseguibile in più del 90 % dei pazienti ritenuti idonei al trattamento.

Accanto ad alcune delle procedure di riparazione mitralica già consolidate, come ad esempio la Resezione Quadrangolare, la Sliding Plasty, la Edge to Edge, il Rimodellamento dell’anulus mitralico mediante anuloplastica, il Riposizionamento dei muscoli papillari sottovalvolari, i centri di eccellenza di GVM Care & Research affiancano, sulla scorta di riconoscimenti internazionali ed elevati training professionali, ulteriori metodiche di assoluta innovazione quali il Cardioband, il MitraClip e la tecnica Neochord.

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