Il
lavoro di squadra è fondamentale per la buona riuscita degli interventi al cuore, in particolare per i casi clinici complessi che riguardano le valvole cardiache. Oggi il cardiochirurgo non può essere più un singolo operatore. Un team multidisciplinare dedicato al trattamento delle cardiopatie prevede al suo interno
cardiochirurghi, cardiologi, emodinamisti, perfusionisti e cardioanestesisti incide in maniera positiva sugli esiti dei trattamenti dedicati a riparazioni o sostituzioni valvolari.
Quello dell’
heart team è stato uno dei temi emersi nel corso del
MICS 2016 – congresso internazionale dedicato alla cardiochirurgia della valvola mitralica tenutosi quest’anno a Roma, organizzato da Mitral Academy. In più interventi tenuti dai relatori che si sono susseguiti nella due giorni di dibattito, è stata messa in evidenza la necessità di cooperare con l’obiettivo di abbattere i rischi operatori, aumentare il tasso di successo e salvaguardare così la salute dei pazienti.
Si tratta di un
concetto che rivoluziona il modo di gestire il paziente che può godere così di una serie di vantaggi: primo fra tutti la possibilità di un trattamento completo che si sviluppa a 360 gradi. Il paziente è infatti inserito in un percorso guidato, particolarmente utile soprattutto in situazioni delicate da un punto di vista fisico e psicologico, grazie alla sinergia e alla collaborazione di più specialisti dell’area cuore.
Le equipe di medici e operatori sanitari che interagiscono tra loro si avvalgono di più pareri prima di assumere decisioni terapeutiche. Questo vuol dire che ogni intervento viene preceduto da sessioni in cui
la “squadra” indaga, valuta e studia in maniera approfondita il caso, così come il tipo di procedura da seguire (chirurgico tradizionale, mini invasivo, ibrido o percutaneo).
Costruire gruppi di lavoro allineati su standard e modalità
consente di migliorare la qualità dei trattamenti chirurgici, e quindi di mettere i pazienti nelle condizioni di affrontare con maggiore sicurezza e tranquillità l’intervento.
Lavorare in squadra – come ha insegnato il Mics 2016 – significa infine dare importanza allo scambio delle esperienze tra centri e strutture ospedaliere, per il progresso della cardiochirurgia e per la diffusione delle conoscenze sulle nuove tecnologie.