Per fornire
cure adeguate e aggiornate secondo le linee guida internazionali in ambito cardiochirurgico, è necessario un
percorso costante di formazione e ricerca: un qualsiasi
Centro di Cardiochirurgia che oggi voglia essere di eccellenza non solo deve produrre risultati eccellenti cioè la migliore pratica possibile per trattare una determinata patologia, ma poi deve ricercare anche continuamente la nuova pratica cioè le metodiche innovative per dare un servizio all’avanguardia.
Questo vale in modo particolare per la
chirurgia della valvola mitrale: lo standard di procedure chirurgiche è elevato quando è elevato il numero di valvole mitrali che vengono riparate. Il secondo aspetto è la ricerca e soprattutto il
confronto tra gli specialisti che permetterebbe di rendere la chirurgia mitralica omogena su tutto il territorio nazionale e dare ai pazienti la possibilità di essere curati in strutture al passo con l’evoluzione delle tecnologie e delle tecniche chirurgiche.
Da questi presupposti è nata
Mitral Academy, un
’associazione internazionale non a scopo di lucro che riunisce molti
esperti di chirurgia mitralica provenienti da tutto il mondo e oggi presente a
Roma, New York e Tokyo. L’obiettivo di Mitral Academy è potenziare la ricerca, attraverso ad esempio la sponsorizzazione di
borse di studio per giovani cardiochirurghi, e dare un contributo alla ricerca con
brevetti e/o pubblicazioni che mettendo assieme dati e risultati sono in grado di focalizzare i trend del mondo scientifico.
Di recente l’heart team di
Anthea Hospital ha conquistato la copertina di
Annals of Thoracic Surgery, la più
importante rivista internazionale sulla cardiochirurgia, con un lavoro durato cinque anni e basato sugli effetti della
re lock tecnique, una
metodica chirurgica mininvasiva applicata alla insufficienza mitralica complessa e che dà nel tempo
risultati notevoli in termini di quantità e qualità della vita. Si tratta di una tecnica semplice studiata e predisposta per riparare le valvole mitraliche più difficili, cioè non solo alterate nel loro funzionamento ma che presentano tutta una serie di complicazioni nelle altre strutture anatomiche che formano la valvola.
L’importante studio dimostra che in media su 100 valvole mitraliche da riparare, 50 sono semplici ,35 sono mediamente difficili e le altre quindici sono difficilissime. Il cardiochirurgo non esperto non riesce a ripararle e quindi tende a sostituirle con possibili ripercussioni negative sul paziente che perde in questo caso la valvola natia. Con questa tecnica mininvasiva invece semplice molto veloce e facilmente assimilabile, si possono riparare anche le valvole affette da insufficienza mitralica complessa, dando al paziente risultati a distanza testati ed efficaci.