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Patologie della valvola mitrale, la cardiochirurgia di Anthea Hospital si evolve grazie alla tecnica Neochord

A cura di:
Coordinatore nazionale della Cardiochirurgia di GVM Care & Research. Cardiochirurgo Specializzato nel trattamento Cardiochirurgico Mininvasivo e Nanoinvasivo della valvola mitrale.
Patologie della valvola mitrale, la cardiochirurgia di Anthea Hospital si evolve grazie alla tecnica Neochord

Rimettere in funzione una valvola cardiaca senza fermare il cuore e senza incidere il torace. Così l’equipe, guidata dal dott. Giuseppe Speziale, responsabile della Cardiochirurgia e della Chirurgia Vascolare presso Anthea Hospital di Bari e vice presidente di GVM Care & Research, è intervenuta su un cuore con tecnica mininvasiva, conosciuta con il nome di Neochord. La cardiochirurgia di Anthea Hospital ha compiuto un passo nel futuro, diventando un modello a livello internazionale.
 
La metodica adottata si basa sulla riparazione della valvola mitrale, danneggiata da un prolasso o da una rottura di corde. Tale patologia, molto diffusa, provoca affaticamento e battito cardiaco irregolare. Oggi si può trattare con la pratica Neochord, ancora poco conosciuta ma che supera gli schemi della chirurgia tradizionale, in favore della salute del paziente: meno rischi post-operatori, tempi di ripresa più rapidi e dolore più limitato. A differenza delle operazioni tradizionali, il chirurgo non interviene sullo sterno per raggiungere il cuore, ma applica solo un taglio nel torace di appena 6 centimetri, evitando anche il trauma della circolazione extracorporea, così da ridurre al minimo eventuali complicanze neurologiche. L’intervento dura al massimo quattro ore e si svolge sotto guida di ecocardiogramma.
 
Il dott. Speziale e il suo team hanno operato un paziente di 86 anni arrivato a Bari da Roma perché rifiutato da altre strutture: il caso era molto complesso, non solo per il prolasso della valvola mitralica, ma anche per un aneurisma della aorta addominale e una patologia coronarica importante.  L’intervento classico sarebbe stato rischioso e per questo gli specialisti di Anthea hanno deciso di eseguirne un altro, meno invasivo, dove non è necessario aprire il torace, né fermare il cuore con un basso rischio operatorio. 
 
Neochord vuol dire “corde nuove”: la valvola mitrale ha lembi come paracaduti con corde che lo tengono in posizione. Se queste corde naturali si rompono o si allentano si impiantano quelle nuove attraverso uno strumento apposito che si aggancia al lembo malato della mitrale.
 
Queste corde sono spesse un millimetro, lunghe 5 - 7 centimetri e fatte di Gore-Tex. Con un movimento esterno di apertura e chiusura il dispositivo crea un nodo sul lembo della mitrale. È così che vengono fissate da una estremità al lembo valvolare e dall’altra al muscolo, posizionandole alla giusta lunghezza in modo da permettere il movimento valvolare corretto.
 
L’insufficienza mitralica si presenta più frequentemente in uomini e donne dai 50 anni in su. Dal 2009 ad oggi sono stati eseguiti 295 interventi Neochord in Europa. Di questi, 120 in Italia. La tecnica, sviluppata da un team della Mayo Clinic di Rochester, nello Stato americano del Minnesota, è stata adottata anche da Anthea Hospital, oggi tra i centri italiani con il più elevato numero di interventi alla mitrale. Con l’introduzione del Neochord, l’ospedale barese di GVM Care & Research conferma di essere un polo d’eccellenza per la cardiochirurgia, basata su tecnologie avanzate e competenze mediche di alto livello.

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