Dal 23 al 25 novembre sarò a Londra per
l’IVCC (Imperiale valve and cardiovascular course), una tre giorni di dibatti e corsi di formazione dedicati al trattamento delle patologie valvolari e cardiovascolari.
Il meeting, giunto alla settimana edizione, è organizzato dall’
Imperial College, università britannica tra le cinque più prestigiose al mondo e coinvolgerà i massimi esperti di cuore provenienti da più parti del mondo, tra cui Europa, Africa e Stati Uniti.
Dopo il successo e la larga partecipazione delle edizioni precedenti, gli incontri non prevederanno soltanto le sessioni riguardanti il trattamento chirurgico o transcatetere dei disturbi di valvola aortica e valvola mitrale, ma comprenderanno anche sessioni dedicate alle
patologie coronariche e strutturali del cuore.
Saranno presentate le ultime novità delle tecniche chirurgiche applicate alle patologie valvolari e io sarò il moderatore dell’incontro che si terrà il 25 novembre dedicato ai
trattamenti chirurgici della fibrillazione atriale, in particolare della chiusura della appendice atriale in toracoscopia e dei vantaggi che questo intervento mininvasivo comporta per i pazienti.
L’intervento – una alternativa per i pazienti intolleranti ai farmaci anticoagulanti - consiste sostanzialmente nell’applicare una sorta di “graffetta” sulla appendice atriale sinistra ed escludere così la formazione di trombi, conseguenza più frequente della fibrillazione atriale, patologia caratterizzata da un movimento scoordinato dell’atrio di sinistra. Questa condizione può a sua volta portare ad un ristagno di sangue e generare trombo embolie e ictus cerebrali.
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