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La mininvasività della cardiochirurgia anche nella circolazione extracorporea

A cura di:
Coordinatore nazionale della Cardiochirurgia di GVM Care & Research. Cardiochirurgo Specializzato nel trattamento Cardiochirurgico Mininvasivo e Nanoinvasivo della valvola mitrale.
La mininvasività della cardiochirurgia anche nella circolazione extracorporea

La cardiochirurgia moderna si caratterizza per l’approccio mininvasivo nel trattamento di tutte le patologie che interessano il cuore. Oggi la mininvasività ha conquistato nuovi campi di applicazione, compiendo un ulteriore passo in avanti con la circolazione extracorporea mininvasiva (MIECC). Il team di Cardiochirurgia e di Anestesia e Rianimazione di Anthea Hospital di Bari ha perfezionato la propria competenza con questa nuova tecnica finalizzata a ridurre tutte le alterazioni fisiopatologiche tipiche della circolazione extracorporea convenzionale, come le infiammazioni del sangue, che impattano in modo diretto e indiretto sul recupero del paziente cardiochirurgico.
 
La circolazione extracorporea tradizionale consiste nell’impiego di una macchina che durante l’intervento chirurgico sostituisce le funzioni di cuore e polmone, isolandoli dalla circolazione e permettendo al chirurgo di eseguire l’operazione a cuore aperto, aprendo cioè lo sterno.
Uno dei rischi principali del paziente sottoposto a circolazione extracorporea convenzionale è un’infiammazione sistemica conosciuta come Sirs (Sindrome da Risposta Infiammatoria Sistemica) causata ad esempio dal contatto con l’aria.
 
La circolazione extracorporea mininvasiva, invece, rispetto a quella convenzionale, è un circuito costituito da una ridottissima superficie che impedisce al sangue di entrare in contatto con l’aria e cerca di riprodurre un sistema extra vascolare artificiale. Come dimostrato da recenti studi e metanalisi, la nuova tecnica consente una importante riduzione delle infiammazioni e delle perdite ematiche legate alle alterazione dei fattori della coagulazione, così come abbassa il rischio di insorgenza di aritmie dopo la procedura chirurgica, e di insufficienza renale acuta. Risultano ridotti anche i tempi di ventilazione meccanica assistita, il che significa per il paziente tempi di recupero e di degenza in terapia intensiva più brevi rispetto alla metodica convenzionale.
 
 La nuova tecnica viene applicata in genere nella gestione di interventi, quali by pass aorto coronarici, ma necessita di una continua formazione scientifica e tecnologica sugli aspetti della circolazione extracorporea minimamente invasiva. I tecnici di fisiopatologia cardiocircolatoria e di perfusione cardiovascolare devono avere grande abilità manuale, teorica e pratica nella esecuzione delle metodiche chirurgiche di ultima generazione, oltre ad una conoscenza fisiopatologica cardiovascolare approfondita su ogni singola tipologia di intervento.
 
La circolazione mini invasiva è dunque un lavoro di squadra di massima precisione, che offre risultati superiori rispetto alla gestione convenzionale, ma che può essere eseguito solo da personale selezionato e da chirurghi e anestesisti che hanno affinato le proprie metodologie di lavoro. A tal proposito il team di anestesisti e perfusionisti di Anthea Hospital è stato riconosciuto membro MIECTIS (Minimal Invasive Extracorporeal Technologies International Society), la società più importante a livello internazionale che si occupa delle tecnologie relative alla circolazione extracorporea mininvasiva.

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