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Ischemia cardiaca: quando preannuncia un infarto?

A cura di:
Coordinatore nazionale della Cardiochirurgia di GVM Care & Research. Cardiochirurgo Specializzato nel trattamento Cardiochirurgico Mininvasivo e Nanoinvasivo della valvola mitrale.
Ischemia cardiaca: quando preannuncia un infarto?

L’ischemia cardiaca è una patologia che colpisce le coronarie incapaci, a causa di un restringimento progressivo, di apportare sangue e ossigeno al cuore. A causarla è l’aterosclerosi, ossia la formazione di placche che impedisce il corretto flusso del sangue all’interno delle coronarie. Le condizioni che predispongono allo sviluppo della malattia aterosclerotica sono sesso, familiarità, ma anche colesterolo, diabete, fumo di sigaretta, ipertensione arteriosa, obesità, totale assenza di attività fisica e sedentarietà.
 
E’ importante distinguere tra un attacco di ischemia cardiaca transitoria e reversibile, che può determinare dolore e senso di costrizione al centro del petto senza avere gravi conseguenze, e un attacco di ischemia cardiaca protratto e irreversibile, che configura invece il quadro dell’infarto. Le due situazioni hanno ripercussioni sul cuore completamente diverse: riconoscerle in modo corretto fin da subito agevola un intervento appropriato e tempestivo da parte di un operatore, che molto spesso si rivela salvavita.
 
Nella ischemia cardiaca transitoria le cellule del cuore smettono di contrarsi per la mancanza di ossigeno e, dopo un breve “stop”, cercano di sopravvivere finchè riprendono a funzionare. Nella ischemia protratta, invece, le cellule cardiache muoiono per via della ostruzione totale delle coronarie, con conseguenze gravi che possono interessare altre zone del cuore. Quando l’ischemia cardiaca è prolungata si configura l’infarto.
 
A volte l’ischemia non dà sintomi. Altre volte, determina dolore al petto, che si può estendere a braccia, collo, e mandibola a cui si può associare fiato corto. L’attacco ischemico quando è reversibile dura meno di 15 minuti in genere e i fattori che lo possono scatenare sono diversi: una forte emozione, un pasto abbondante, uno sforzo  fisico. Va detto tuttavia che l’ischemia può sopraggiungere anche a riposo. Se tale sintomatologia si protrae per più di un quarto d’ora, allora si parla di infarto con un dolore toracico che tende a persistere anche a riposo. In questi casi è bene subito cercare aiuto e rivolgersi ad uno specialista.
 
Se l’ischemia cardiaca viene presa in tempo, si possono bloccare le conseguenze dell’infarto e intervenire con procedure di cardiologia interventistica o, se è indicato, con un atto cardiochirurgico, che in centri avanzati per la salute del cuore, sono oggi il meno invasivi possibili. La scelta del trattamento – prerogativa dello specialista - dipende dalle condizioni del paziente e dall’entità dell’ischemia.
 
 

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